sabato 17 agosto 2019

Domenica 5 febbraio Badanti e colf/4: Eduarda (Perù)

Visto che l’idea di rimanere un fine settimana in casa con Valeria mi risultava intollerabile, sono andata a Firenze a trovare Pietro. La domenica raggiungiamo il Leo per il brunch.
 “Non mi hai ancora raccontato come sta l’amica di tua nonna” osservo, dopo che ci siamo serviti al buffet.
“L’hanno dimessa dall’ospedale, ma non è in gran forma” risponde lui, inforchettando le penne con le acciughe e guardandole con cupidigia prima di inghiottirle. “Per fortuna c’è la badante Eduarda.”
“È brava?”
“Bravissima! È peruviana, ma di un’efficienza svizzera. E poi, malgrado non faccia certo una vita allegra, non si lamenta mai.”
“Sicuramente le tue visite la aiutano a tirarsi su col morale.” Prendo una Camel dal pacchetto. Rapido come un furetto, Pietro afferra l’accendino e mi fa accendere.
Il Leo mi dà un calcetto sotto la tavola e continua: “In realtà non credo di aiutarla come vorrei. Ogni volta che la incontro le faccio notare, a voce bassa e con aria di commiserazione, che ha gli occhi tristi.”
“E perché non smetti?”
“Non ci riesco!”
“Interessante” commento, accarezzandomi il mento “La tua mente e la tua lingua sembrano procedere ciascuna per conto proprio, orgogliose della loro autonomia.”
“E dire che mi rendo perfettamente conto che, anche se è vero che ha uno sguardo malinconico, non sarebbe il caso di ripeterglielo” aggiunge sconsolato il Leo, allargando le braccia.

Con Pietro facciamo l’amore, con dolcezza. Accompagnandomi a prendere il treno per Milano, mi chiede: “Quando ci rivediamo, la prossima volta?”
“Non lo so” gli rispondo, stancamente. “Presto.”
Mentre l’Eurostar si allontana, il Leo chiacchiera, ma non ascolto. Su un muro della stazione c’è la scritta BUONGIORNO, PRINCIPESSA.

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