Valeria e Paola ci accolgono all’aeroporto, la prima sorridendo sobriamente, la seconda sventolando una bandiera spagnola comperata proprio a Barcellona, anni fa. Andiamo tutti insieme al Bobo 32. “La mia vicina, depressa per colpa del Natale, voleva gettarsi dalla finestra” racconta Paola. “Sono dovuti intervenire i pompieri.”
Valeria ed io siamo le prime ad andare a casa. L’appartamento è caldo come un forno. Ci spogliamo in fretta, rimanendo in maglietta. “Non so come tu abbia fatto a sopportare questo riscaldamento centralizzato per anni” mi lamento. “Dobbiamo protestare con l’amministratore.” Ci sediamo a tavola, con un bicchiere di vino bianco, fumando una sigaretta.
“Allora, hai visto Flavia?” le chiedo.
“Sì, è arrivata lunedì mattina” conferma Valeria, senza guardarmi. “Tu eri appena partita.”
“Che sincronia!” commento, acida. “Se ne è andata il giorno dopo?”
“Sì.”
“Come l’hai trovata?”
“Abbronzata” risponde Valeria con un lieve sorriso, accavallando le gambe.
Io sto zitta, lei giocherella con i capelli, poi aggiunge: “Non saprei. L’ho vista un po’ inquieta.”
“Quando riparte per l’Australia?”
“Tra un paio di settimane credo.”
Faccio scivolare il bicchiere da una mano all’altra: “Non se ne andava appena finite le feste?”
“Sì, questo era il progetto originario. Però ha deciso di fermarsi di più.”
In camera, Valeria accende la lampada rossa. Entrando nel letto, noto che le lenzuola sono state cambiate da poco.
“Ho sonno” le dico. Lei mi bacia sulla fronte, poi si volta dall’altra parte.
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