mercoledì 17 aprile 2013
Martedì 26 aprile La fotografia
Valeria, assonnata, si affaccia alla porta del bagno. Indossa solo la giacca di un pigiama di cotone bianco dal taglio maschile. Si passa una mano tra i capelli ricci e mi guarda per un po’ senza parlare, sbattendo le ciglia. Sembra domandarsi chi sono e cosa ci faccio nel suo bagno. “Come va?” mi chiede.
“Non ho dormito bene” rispondo, riponendo l’eye liner. “Continuavo a sognare il mio primo giorno da dimissionaria.”
Valeria ride, con voce bassa. Si appoggia allo stipite della porta. Una mano è sulla giacca del pigiama, come se volesse cominciare a sbottonarla. Mi allontano dal lavandino.
“Mmmh... sono abbastanza veloce a prepararmi, il mattino. Non ci metterò molto” promette, sollevandosi lentamente dallo stipite.
In effetti, dopo un quarto d’ora è pronta, e facciamo colazione insieme. Lei sorseggia il caffè senza parlare, con il capo appoggiato sul palmo della mano sinistra. Dall’accappatoio, che si è aperto un po’, spunta una gamba abbronzata. Lei lo richiude lentamente, e prende un biscotto con un gesto pigro.
Quando me ne vado, mi manda un bacio con la mano.
La sera, al ritorno dal lavoro, porto in camera di Valeria una lettera che mi ha consegnato il portinaio. Il ritratto di Marlene Dietrich sopra il letto mi fissa ironico. Noto, per la prima volta, una foto sul comodino: è un primo piano di Valeria e di un’altra ragazza, dai capelli lunghi e ramati. Sorridono e sembrano felici.
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