domenica 21 aprile 2013


Mercoledì 27 aprile Statue/1: viventi

Durante la pausa pranzo, faccio un giro con Erica, una delle segretarie del Becca. Lungo Corso Vittorio Emanuele, una statua vivente si esibisce davanti al solito, incomprensibile stuolo di ammiratori, mentre un’altra, cicciotella e con il viso tutto dipinto di bianco, si sta mangiando un panino alla mortadella sotto i portici. Quando Erica ed io passiamo, ci esamina da capo a piedi. Innervosita, telefono a Marco.
“Come va nel nuovo appartamento?” si informa.
“Tutto a posto. Valeria mi ha detto di salutarti” gli rispondo, guardando la vetrina di Vergelio.
“Ricambia. Dalle pure un bacio da parte mia.”
“Ti piace, eh?” chiedo, neutra. “Credi che non mi sia accorta come la guardavi mentre facevamo il trasloco?”
“Questa è una bugia. Lo sai che non ho occhi che per te” ridacchia lui.
“Sììì!” esclamo, scettica. Mi passa accanto un ragazzino che indossa una maglietta con la scritta SATAN IS DOING FINE.
“Come è andata al lavoro oggi?”
Sospiro. “Normale. Il Becca ce la mette tutta per dimostrarmi che non gli importa che me ne vada.”
“È un povero vecchio bastardo” decreta Marco. “Gli brucia eccome”
Due suore di colore, nere come il loro vestito, sorridono a me ed Erica.
“Questo fine settimana ci vediamo” rammento a Marco. “Saranno le nostre prime notti nell’appartamento di via Gioia.” Il pensiero mi fa improvvisamente eccitare.
“Già. Dobbiamo inaugurarlo come si deve.”
“Mangia molto zabaione!” mi raccomando. “E ricordati che se mi tradisci con qualche studentessa me ne accorgo.”

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