sabato 11 maggio 2013


Domenica 1 maggio Nonna/1: Berlusconi

Accompagno Marco in stazione. Prima di salire sul treno per Trento, mi bacia a lungo, mi accarezza il viso.
Tornando a piedi verso casa, telefono al Leo. “Ti disturbi?”
“Io no. E tu?” ribatte lui.
“Neppure. Dove sei? Stai tornando a Milano?”
“Sì. Sono già a buon punto.”
Un albanese mi passa a fianco urlando al cellulare, con l’aria incazzata. Mi distraggo, e il Leo se ne accorge: “Pronto? Pronto? Pronto?” urlicchia.
“Ci sono. Come è andato il weekend a Firenze?”
“Non c’è male. Però la nonna durante il pranzo domenicale ha comunicato che forse lascerà tutti i suoi averi in eredità a Berlusconi. Avresti dovuto vedere mia mamma e le mie zie: sono rimaste a guardarla a bocca aperta, col cucchiaino del gelato in mano.”
“Ma non ne ha già abbastanza di soldi, Berlusconi?”
“Vaglielo a spiegare a mia nonna. Lo idolatra: ha una sua foto sul comodino e quando parla di lui si commuove e le vengono le lacrime agli occhi, esattamente come quando si ricorda di Mussolini. Qualche volta si confonde tra i due.”
“Mmmh… questo complica i tuoi piani. L’eredità della nonna era un punto fermo del tuo futuro.”
“Voglio ancora sperare che fosse solo una provocazione. Altrimenti dovrò lavorare fino a quando avrò un piede nella fossa.”
Un tipo, grasso e vestito male, mi squadra quando passo. Lo fisso finché non abbassa lo sguardo, come mi ha insegnato a fare una mia amica di Sassari.

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