martedì 21 ottobre 2014

Venerdì 29 luglio Nuovi orizzonti per Sara

Alla fine sono arrivate le vacanze. Per festeggiare, in via Gioia decidiamo di fare il tanto atteso marijuana party. Valeria rolla la canna con dita agili e me la passa. Aspiro con cautela, perché è da secoli che non fumo. Comincio subito a sentirmi rilassata e contenta. Bevo con avidità un po’ di tè.
“Ne facciamo un’altra, leggera?” propone Valeria.
“Leggera, però” le raccomando.
Un paio di tirate sono sufficienti a metterci ko, a farci ridere come pazze.
Ripreseci, andiamo in camera di Valeria. Accendiamo delle candele, e si crea un’atmosfera magica: l’ombra del letto, dei nostri corpi, dei suoi capelli ricci si riflette sul muro. Proviamo a giocare ad occhi di serpente, ma dopo un quarto d’ora ci viene un attacco di fame chimica e, alla faccia della dieta, ci mangiamo mezzo vasetto di Nutella.
Poi riprendiamo a giocare, ma ormai non riusciamo a concentrarci.
“Vuoi un massaggio?” mi offre Valeria.
“Non osavo chiedertelo” mormoro, grata.
Va a prendere il materassino. Mi tolgo le infradito e mi sdraio. Lei si inginocchia vicino a me e comincia il massaggio. Mi sembra di non essere mai stata così bene in vita mia. Valeria sussurra: “Mi mancherai, in queste settimane.” Sollevo il busto, appoggiandomi su una mano, e mi volto verso di lei. Spinta da un impulso irresistibile, la bacio. Lei non apre le labbra, però neppure si ritrae. Dopo un attimo che mi sembra infinito, socchiude la bocca. Si sdraia al mio fianco e mi abbraccia, alla luce soffusa delle candele.
Mormora: “Vado a farmi una doccia.” Mi sdraio sul letto, confusa. Fisso - come in trance - il poster dell’Angelo Azzurro. Dopo dieci minuti Valeria è di ritorno, avvolta nell’accappatoio. Va verso l’armadio, prende un paio di mutandine e le indossa, poi lascia cadere a terra l’accappatoio e si infila sotto le lenzuola. Mi guarda, sorridente, i capelli neri sparsi sul cuscino bianco.
Con una voce che non riconosco, dico: “Aspettami.” Vado in bagno, poi la raggiungo a letto: la sua bocca, adesso, sa di timo e di malva.

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