I consulenti della Giordano - a parte Giovanni e Marozzi - rientrano oggi dalle vacanze. L’ing. Giordano viene a salutarci uno per uno. Anche lui è perfettamente abbronzato e, malgrado il caldo, indossa un impeccabile completo color sabbia e la cravatta. “Caro avvocato!” esclama con fare da seduttore, dopo avermi stretto a lungo la mano. “Lei è tornata dalle vacanze ancora più bella: avrei giurato che sarebbe stato impossibile!” Poi ridacchia, soddisfatto. Per fargli piacere, mi mostro imbarazzata e lusingata.
Anche De Biasi passa dalla mia stanza, ma vengono a cercarlo e mi deve lasciare immediatamente: si congeda con un gesto della mano e un’espressione rassegnata. Avremo comunque la possibilità di fare quattro chiacchiere stasera, perché ha avuto la buona idea di organizzare un aperitivo tra colleghi. Cassetti mi spiega: “De Biasi è come Giordano, cerca di fare gruppo. Da Beccafico non succedeva, vero?”
“No” confermo.
Ad accogliere me e Arianna al Maialino d’oro c’è il cameriere Gassman, sorridente come sempre.
“Ma tu non vai mai in vacanza?” gli chiedo, mentre Arianna si avvia verso il tavolo.
“Sono tornato oggi” ride lui.
“Ah, come me. Siamo perfettamente coordinati. Sei stato da qualche parte?”
“Mia moglie è all’ottavo mese e quindi non potevamo muoverci” risponde lui, con un’espressione dolce. “Siamo rimasti a casa, a Sesto.”
Donna fortunata, la signora Gassman: anch’io farei un figlio con suo marito. Gli faccio le solite domande («sapete già se è maschio o femmina», eccetera), poi raggiungo i «giordaniani». Hanno tutti l’aria rilassata, tranne Arianna, che sembra una civetta malata: la sua pelle è bianco latte e ha messo su qualche altro chilo. In un momento di silenzio generale, se ne esce con un raccapricciante: “Te la intendi bene con Gassman! Che fine ha fatto il tuo fidanzato?”
“L’ho scordato in Sicilia” le rispondo.
De Biasi, che è seduto al mio fianco, viene in mio soccorso, domandandole delle vacanze. Arianna scuote la testa: non ne è rimasta soddisfatta. Colpa, a quanto pare, di contrasti caratteriali con la sua compagna di viaggio. “Mi sembrava una ragazza equilibrata,” proclama, agitando le manine grassottelle, “ma ho dovuto prendere atto ancora una volta che al giorno d’oggi non ci sono più persone normali. Sono tutti pazzi, maniaci, o fuori di testa.”
“Già” ghigna Cassetti “puoi dirlo forte.”
Ormai Arianna ha catalizzato la conversazione. Accarezzo distrattamente la collana che mi ha regalato Valeria. Al tavolo vicino a noi due ragazze parlano a voce bassa. Indossano delle infradito, e le loro gambe si incrociano e si sfiorano. Quasi dimentico le persone intorno a me quando, voltandomi all’improvviso verso De Biasi, mi accorgo che mi sta guardando la scollatura. Arrossisce leggermente e si affretta a chiedermi: “Allora, Sara, com’era la Sicilia?”
“Bellissima” rispondo, fingendo di non avere notato nulla. “Voglio tornarci. E Lei, è stato al mare?”
“Sì, con mia moglie e Valentina, come al solito” racconta.
“Relax, insomma.”
“Ti dirò, è stata mia figlia ad insistere. Dice che andare in vacanza con i genitori la riporta alla sua infanzia.”
“Che carina” approvo, sorseggiando il mio gin tonic.
“Io ne avrei fatto volentieri a meno. Ma bisogna staccare ogni tanto, no?”
“Sui giornali si legge così” confermo.
Finito l’aperitivo, mentre vado verso la fermata della 90, telefono al Leo: “Stasera ho beccato il mio capo che mi fissava il seno come uno zombie. Non me lo sarei mai aspettato.”
“Ah sì? Mi sorprendo della tua sorpresa” commenta il Leo. “Cosa c’è di più naturale?”
“De Biasi non mi sembrava il tipo da fare una cosa del genere durante un aperitivo tra colleghi.”
“Credevi si dedicasse a questo solo in ufficio?”
“No. Pensavo che non avesse queste tentazioni. Ha una famiglia perfetta: lui e sua moglie vanno d’amore e d’accordo, la bellissima figlia fa la modella. E comunque mi sembrava che il suo unico scopo nella vita fosse il lavoro.”
“Evidentemente, oltre all’istinto di produrre, ha anche quello di riprodursi” conclude il Leo. “Non ci vedo niente di male: anzi, se ha un debole per te, potrebbe tornarti utile.”
“Quello che mi piace di te, Leo, è che incoraggi gli istinti migliori delle persone” rido.
Vicino alla fermata della filovia incrocio una filippina di mezza età che cammina con aria decisa: sulla sua maglietta c’è scritto IMPOSSIBLE IS NOTHING.
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