giovedì 21 maggio 2015

Martedì 6 settembre Nuove responsabilità

In ufficio, con una pratica aperta davanti a me, ascolto il monotono ronzio del condizionatore d’aria, in trance meditativa. Ritorno alla realtà quando mi chiama De Biasi, chiedendomi di raggiungerlo nella sua stanza.
In corridoio incrocio Arianna che, da quando si è dimessa, esibisce un atteggiamento trionfante: ottenuta la sua rivincita nei confronti di coloro che per tanto tempo l’hanno “maltrattata”, si sente al settimo cielo. Dietro di lei, però, a rovinare l’effetto della sua interpretazione, cammina Nicola Marozzi, ghignando e facendo a tutti il segno della vittoria, con le sue dita tozze e pelose da lupo mannaro.
De Biasi è al telefono, ma mi fa cenno di entrare. Questo pomeriggio probabilmente deve andare da un cliente, perché è più elegante del solito: porta il completo e la cravatta, e le scarpe sono belle lucide. Anch’io non scherzo, visto che indosso orgogliosamente un tailleur color pesca di Luisa Spagnoli che sembra fatto apposta per me. Sedendomi accavallo lentamente le gambe.
“Sicuramente avrai saputo che Arianna ci lascia” esordisce il capo.
“Sì” confermo, togliendomi dagli occhi una ciocca di capelli. “Si è sparsa la voce, in effetti.”
“L’ingegner Giordano ha tentato di fare rientrare le dimissioni, ma lei ormai aveva deciso.” De Biasi fa una piccola pausa, mi dà una veloce occhiata alle gambe. “Era con noi da molti anni. Aveva un carattere particolare, e so che ci sono stati dei contrasti con alcuni dei suoi colleghi, ma è una valida professionista, si è sempre impegnata e ha fatto un buon lavoro. Lascerà un’eredità non facile da raccogliere.”
Annuisco a questo elogio funebre. De Biasi mi scruta con i suoi occhi azzurri, poi continua: “La Giordano vuole puntare su te e Giovanni: in sostituzione di Arianna, dovrebbe arrivare un semplice neolaureato, un professionista da formare, e quindi ci aspettiamo sempre più autonomia da parte vostra. Arianna però resterà con noi fino a Natale, quindi ti invito ad approfittarne per ricavare più che puoi dalla sua esperienza.”
“Lo farò” prometto.
De Biasi sposta lentamente una penna da un angolo all’altro della scrivania. “Per correttezza, ti devo dire che Arianna ci lascia in un momento particolare. Questo potrebbe avere degli effetti sulla tua posizione.”
“Devo preoccuparmi?” chiedo, con l’espressione della cerbiatta indifesa.
“Assolutamente no” ridacchia De Biasi, un po’ forzatamente. “È giusto che tu sappia, però, che in primavera dovremo fare una scelta importante.” Si schiarisce la voce: “La Giordano ha acquisito uno studio a Torino e naturalmente è necessaria la presenza di un legale. Chiederemo ad uno di voi di lavorare lì, per un periodo.”
Mi guarda, io non dico nulla.
“La scelta è tra te e Giovanni, evidentemente, e non si tratta di una scelta facile”  prosegue il capo. “Dopo le dimissioni di Arianna la questione è ancora più delicata, perché chi resterà qui a Milano prenderà il suo posto come responsabile del reparto legale. Si tratta di un incarico prestigioso, e non ti nascondo che Giovanni, per ragioni di anzianità, è in pole position. Ma tutto è ancora da decidere, quindi hai le tue chances.”
In sostanza, il succo del messaggio di De Biasi, sfrondato di tutte le frasi diplomatiche e di circostanza, è che uno tra me e Giovanni diventerà il responsabile legale a Milano, mentre l’altro farà il factotum a Torino, la città della morte. Quando incontro il mio rivale, nel pomeriggio, capisco subito che gli hanno fatto lo stesso discorsetto.
La sfida è cominciata.

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