A volte ritornano: suona il cellulare e sul display compare il nome di Marco. Faccio un salto sulla sedia come Giovanni alla notizia che Arianna si era licenziata. Mia mamma mi lancia uno sguardo inquisitore, ma esco dalla stanza prima che riesca a pormi domande indiscrete.
“Come va?” si informa il mio ex. Sembra che chiami dall’oltretomba: ha la voce impastata, come quando ha bevuto troppo.
“Tutto ok, non ci si annoia. E tu?”
“Sto terminando la tesi, per fortuna.” Sento il rumore di qualcosa che cade, poi un’imprecazione. “Mi è caduto il telefono” spiega Marco. Poi mi chiede bruscamente: “C’è qualcun altro?”
“No, sono da sola in camera mia a Montebello.”
“Non fare finta di non capire. Ti sto chiedendo se hai qualcun altro”
“Lascia perdere” lo esorto, accarezzando il gatto Mascarello, che si è avvicinato facendo le fusa.
“Ho capito, abbiamo già una new entry. Non hai aspettato molto” osserva lui, funereo.
Respiro profondamente. “Questo non ti riguarda, ormai.”
Marco ride, sarcastico: “Sì, hai ragione. Sarei solo curioso di sapere se questa persona è tanto diversa da me.”
Non puoi immaginare quanto, penso.
Per risollevarmi, chiamo Valeria.
“Ciao!” mi saluta. Avverto dalla sua voce che è felice di sentirmi.
“Ciao cara. Che fai di bello?” chiedo, accendendomi una Camel.
“Sto guardando Streghe” ammette. “Tra una puntata e l’altra, ammiro il mio nuovo acquisto.”
“Un vestito?”
“No, non è un vestito. È un oggetto grande e rosso.”
“La lampada che abbiamo visto da Cargo!” esclamo.
“Esatto” ride Valeria. “Era piaciuta a tutte e due, no?”
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