De Biasi oggi sfoggia una maglia di cashmere giallo che farebbe intenerire chiunque. “Ciao Sara. Entra. Come stai?” mi saluta, guardandomi paterno con i suoi occhi azzurri.
Mi siedo, felice di essermi messa la gonna stamattina. “Bene, grazie ingegnere. E Lei?”
“Starò meglio quando mi darai del tu” risponde De Biasi, accennando ad un sorriso.
“D’accordo!” prometto.
Lui torna serio. Afferra una penna dal tavolo e comincia a giocherellarci. “Volevo parlarti di una cosa.”
Fa’ che non mi mandi a Torino, è il mio unico pensiero.
“C’è un lavoro che vorrei che facessimo insieme” comunica invece lui.
Sollevata, faccio un cenno di assenso col capo.
“Un cliente di Firenze, un designer di mobili, vuole che esaminiamo una serie di modelli, per verificarne la registrabilità. Dovrò andare a visitarlo almeno un paio di volte e vorrei che tu venissi con me: è opportuno che ci sia anche un legale.” Posa la penna sul tavolo. “E poi ci aiuterai a dare un’immagine giovane della Giordano” conclude.
Accavallo lentamente le gambe. Speriamo che non mi chieda anche lui di andarci a letto, col cliente.
Sara, giovane avvocatessa trasferitasi a Milano dal Veneto, racconta un anno della sua vita, e di quella dei suoi amici, tra lavoro, aperitivi e relazioni in una città in continuo movimento. Un racconto senza pudori.
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