Valeria ed io abbiamo appuntamento al Duomo con il Leo che, come al solito, è in ritardo. Nell’attesa, leggiamo - davanti all’entrata principale - gli enormi cartelloni che illustrano la lenta costruzione della cattedrale nei secoli. Mi sono vestita troppo leggera, anche per questo ottobre così mite: abbraccio Valeria, cercando il calore del suo corpo. Lei appoggia il capo sulla mia spalla.
Quando il Leo arriva, gli facciamo una piazzata, sgridandolo in coro: “Dovresti essere tu ad aspettare noi! Non il contrario!”
Lui si scusa con dignità: “Chiara mi ha trattenuto.”
“Siete ancora insieme, eh?” nota Valeria.
“Sì. È la persona più noiosa dell’universo, ma ha un culo troppo carino.”
Gli do uno scappellotto in testa. “Sei davvero innamorato!”
“Innamorato non lo so, ma certo sono mosso da sentimenti nobili.”
“In che senso?”
“Nel senso che la mia è una missione umanitaria.”
Valeria lo guarda con aria scettica: “Ah ecco, ci mancava questa. Non ti ci vedo nei panni di un medico senza frontiere!”
“Non sto scherzando” protesta il Leo. “La mia missione è fare riprovare le gioie del sesso a chi ne è rimasto privo per troppo tempo.”
“Inconsueta, come missione, ma è vero che qualcuno deve pure farsene carico” ammetto, accettando il chewing-gum che mi offre Valeria. “Però sei sicuro che Chiara sia stata a lungo in astinenza?”
“Lo ritengo quanto meno probabile: nel suo vecchio appartamento, al posto del letto matrimoniale, aveva due letti singoli accostati.”
“Beh, non c’è niente di strano” replica Valeria. “Se una non ha il letto matrimoniale, ma due letti singoli, li accosta. Rimane il buco in mezzo, ma come soluzione provvisoria è accettabile.”
“Sì, sono d’accordo con te, ma Chiara non li ha messi uno a fianco dell’altro. Li ha messi ad elle, perpendicolari.”
“È un’idea interessante” commento io. “Anche ammettendo che frequentasse degli uomini, aveva trovato un profilattico efficacissimo.”
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