Sabato 29 ottobre Paola e Schizzo, come finisce

Sono a casa dei miei a Montebello. La sera, verso le nove, mentre sto giocando in camera con il nostro gatto Mascarello, mi chiama Paola.
Annuncia, con tono funereo: “Ti telefono da Vicenza.”
“Benvenuta nella città più eccitante d’Italia. Raimondo è con te?”
“No, sono da sola. Sto in stazione.” Il suo accento siciliano è più marcato del solito.
“E cosa ci fai lì? Non dovevi arrivare oggi pomeriggio?”
“Esatto. Sono arrivata alle tre.”
“E perché sei ancora in stazione? Ti sei affezionata all’edificio?”
“Sto aspettando il treno per Milano” risponde lei, la voce tremante. “Con quel maniaco sessuale è tutto finito.”
Poso per terra Mascarello. “Come mai? Mi pareva che tutto filasse alla grande. Kiss kiss love love.”
“Beh, pareva anche a me. Ma ho scoperto che non è affatto così.”
“Vuoi che venga a Vicenza così ne parliamo con calma?” propongo. “Puoi passare la notte da me.”
“No, ti ringrazio. Ho bisogno di tornare a casa e di dormire nel mio letto.”
Rimaniamo un attimo in silenzio. Anche se la temperatura in questi giorni si è abbassata tantissimo, il termosifone è spento, e ho un brivido di freddo. “Cosa è successo?” chiedo.
Paola scoppia a piangere: “Cercavo sul suo cellulare le foto che aveva fatto a Milano, e invece ho trovato un sacco di ritratti di donne… nude! Ho perfino sperato che li avesse scaricati da Internet, ma mi ha confermato che erano tutte tipe che aveva conosciuto in carne e ossa.”
“Mmmh” mi limito a mormorare, sentendomi un po’ in colpa per non avere avvertito la mia amica dell’iperattivismo sessuale di Schizzo.
“Sara, una di queste tizie avrà avuto diciannove anni! Poteva essere nostra figlia.”
Deve essere Rachele, la studentessa con cui Schizzo ha sconsacrato la chiesetta, penso.
“Capitano tutte a me!” si lamenta Paola. “Perché devo sempre soffrire?”
Alzo le spalle, anche se nessuno può vedermi: “Il mondo è pieno di rapporti sadomaso.”  
“D'accordo,” concede Paola, “ma perché sono sempre io la maso e gli altri i sado?”