domenica 11 settembre 2016

Giovedì 15 dicembre El Diablo/2

Rimango in ufficio con De Biasi fino alle nove, e anche stavolta mi propone di andare a mangiare qualcosa insieme. Stasera, però, sembra poco comunicativo: camminiamo in silenzio fino al Diablo Rojo, dove troviamo posto per miracolo.
Ordiniamo, poi rimaniamo in silenzio. A salvarmi da una situazione difficile, l’imprevisto: all’improvviso si spengono le luci e il volume della musica diventa più forte. I clienti si guardano intorno nell’oscurità. Al piccolo trotto, dalle cucine esce un drappello di camerieri. Il capofila regge un’enorme torta, che deposita al tavolo a fianco del nostro, al quale sono seduti una dozzina di ragazzi che ridono e applaudono. La festeggiata, una moretta sui vent’anni il cui volto è illuminato dalle candeline scintillanti, sorride. Le cantano una canzone di compleanno.
Ricordi remoti affiorano nella mia mente. “Happy Birthday to you” canticchio, quando la musica torna normale e si riaccendono le luci. De Biasi fa un sorriso appena accennato, senza dire nulla.
“Sembri preoccupato” osservo.
“Non è niente” risponde lui, sfiorandomi per un attimo la mano, in un gesto di intimità che mi sorprende. “Ho dei problemi a casa.”
Dopo un po’ aggiunge: “Mia moglie non è d’accordo che nostra figlia lavori nella moda. È convinta che sia inevitabile passare dalle passerelle ai centri di riabilitazione per cocainomani. Valentina naturalmente non molla, così adesso litigano tutto il giorno e cercano di trascinare anche me nelle loro discussioni. In poche parole, sono tra due fuochi e non so come uscirne.”
“Portare avanti una famiglia non è facile, a volte” commento.
“No, non lo è” concorda De Biasi, con un sorriso amaro. “A volte uno si domanda se ne valga la pena.”
Il diavolo rosso, dipinto sul muro, ci guarda sogghignando.

Il capo mi riaccompagna in via Gioia. Prima di salire, chiamo il Leo: “Ciao. Che fai?”
“Domandarti ciao che fai…” canta lui. “Sono solo. Sto giocando a freccette in camera mia: ho appeso il bersaglio alla porta e ci ho attaccato sopra la foto di Chiara.”
“Non avresti dovuto vederla stasera?”
“Sì, appunto. Peccato che lei, nel suo delirio ossessivo – compulsivo per il nuovo appartamento, abbia preferito un tête à tête con il falegname. E tu cosa combini?”
“Ho cenato di nuovo da sola con De Biasi.”
“Brava, brava. Com’è andata?”
“Mi ha accarezzato una mano mentre mangiavo i fagioli.”
“Accidenti!” esclama il Leo. Sento il sibilo della freccetta scagliata contro la porta.
“Poi mi ha confidato che ha dei problemi con sua moglie.”
“Sì, e ha anche un debole per te. Ormai è sicuro. Ti guarda le gambe, ti porta a cena fuori, ti tocca la mano, si lamenta di sua moglie. Quando è con te, a tutto pensa tranne che ai brevetti.”
“Comincio ad avere anch’io qualche sospetto” ammetto.
“Il sospetto è l’anticamera della verità” sentenzia il Leo.
“Mmmh. Ad ogni modo come uomo non mi dispiace, anche se potrebbe essere mio padre.”
“Brava! Questo è lo spirito. L’età non conta. Conta solo l’amooore.”
“Love is all around” confermo.
Un foglio su un lampione pubblicizza un nuovo KABALLAH CENTRE in via Locatelli.
“Buonanotte cara. Tienimi aggiornata. Cioè, aggiornato” mi raccomanda il Leo.

Nessun commento: