lunedì 21 maggio 2018

Domenica 25 dicembre Nonna/6: Natale

A metà pomeriggio, dopo lo scioglimento della riunione familiare per il pranzo di Natale, me ne vado in camera mia e telefono al Leo: “Ciao. Ti disturbi?”
“Io no e tu?” ribatte lui.
Mi sdraio sul letto. “Neppure. Come va? Stai mangiando come un porcellino?”
“Puoi scommetterci!” Il Leo sospira di soddisfazione. “Del resto me lo merito, visto le prove a cui sono stato sottoposto in questi giorni. Ho dovuto partecipare a due festeggiamenti natalizi, e non saprei qual’è stato il più atroce. Ieri sera ho cenato con mio padre e la sua nuova compagna, un essere grasso e maligno con delle lunghissime unghie laccate. Oggi invece c’era il pranzo a casa della nonna.”
“Ah! Come sta?”
“Io bene grazie e Lei?”
Sospiro: “La nonna. Come sta?”
“Bene anche lei. Indossava uno splendido vestito rosso. Per il resto, non si è assolutamente fatta contaminare dall’atmosfera natalizia: ha accolto le figlie sbuffando con odio: «Ciao, troie!». Loro hanno finto di non sentire, e le hanno fatto gli auguri, ma lei non si è demoralizzata: «Buon Natale? Non può essere buono finché vedo davanti a me quel culone basso» ha sibilato alla zia Augusta.”
“Ha risparmiato almeno tua mamma?”
“E perché avrebbe dovuto? Anzi, durante il pranzo le fissava in maniera smaccata la bocca. Non capivamo cosa avesse in mente, fino a quando ha proclamato, interrompendo il silenzio generale: «Carolina, hai le labbra vizze! Eh, sì, prooooprio vizze. Stai invecchiando!» E la mi’ mamma, zitta, a mangiare i suoi crostini.”
Giocherello con il coccodrillo di peluche che mi ha regalato Marco tanti anni fa. Per ragioni misteriose, ancora lo tengo sul comodino a fianco del letto. “Che poteva dire? Visto il carattere di tua nonna, non sarebbe servito a niente ribellarsi.”
“Immagino che con il Cinelli sia più dolce” si cruccia il Leo.
“Il muratore?” domando. “Ma non era scomparso all’orizzonte?”
“È ritornato sulla scena: a quanto pare la scappatella gli è stata perdonata.”
“Senti senti. Non vorrei instillare il seme del dubbio nella tua granitica testolina, ma temo che sarà un concorrente in più per l’eredità.” Lancio il coccodrillo in un angolo della stanza: fa una piroetta per aria e poi si schianta al suolo.
“Arrivedergliela!” mi saluta il Leo.

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