sabato 2 giugno 2018

Lunedì 26 dicembre Lettere da Davide/1

Stasera, alla solita ora, ho il treno per Milano. Mentre preparo i bagagli mi chiama Paola, che per le vacanze di Natale è andata dai suoi a Palermo.
“Come va con Davide? È ancora arrabbiato per la storia del diario?” le chiedo.
“No, sembra che si sia reso conto di essere in torto. Mi ha scritto una lettera di scuse, spiegando che ha certe reazioni solo perché mi ama alla follia.”
Infilo in valigia le noci che mi ha dato la mamma. “Questo ci piace, no?”
“Sì, in linea di massima. Però mi ha un po’ inquietato che non abbia scritto la lettera a mano, ma abbia fatto un collage di parole ritagliate da quotidiani.”
“Come i sequestratori per chiedere il riscatto?”
“Esattamente. Probabilmente gli sembrava una cosa artistica, ma mi ha lasciata perplessa. Anche mio padre ne è rimasto colpito.”
Rido: “Posso capirlo, visto che è un giudice! Chissà quanti ne ha spediti in gattabuia, di tipi così.”
“Non so più neanch’io cosa fare” sospira Paola.
“Vedrai che le cose si risolveranno, in un senso o in un altro” cerco di tranquillizzarla. “Per il resto?”
“Faccio cose, vedo gente.”
“Tuo zio e il suo amico brasiliano vi hanno portato la cesta di Natale?”
“No, fortunatamente non si sono fatti vivi.”
Chiudo la valigia. “Bene. Tua mamma si merita un po’ di tranquillità.”
“Oddio, tanto tranquilla non è. Ha il problema di Rino.”
“Chi?”
“Il figlio dei vicini di appartamento, un ragazzo di vent’anni che conosciamo da quando era bambino. Da qualche tempo, ha preso l’abitudine di abusare di se stesso, sdraiato sul tappeto dell’ingresso, con la porta d’ingresso spalancata.”
Metto il telefono in viva voce mentre perlustro la scarpiera. “I suoi non hanno nulla da obiettare circa questo hobby?”
“Non credo che ne siano al corrente. Secondo mia mamma si esibisce quando è solo a casa.”
“Furbetto!”  
“Sta peggiorando di giorno in giorno. L’altra sera voleva che mia madre gli spalmasse il Voltaren per il mal di schiena.”
Prendo i miei stivali marroni e me li infilo. “L’hai visto anche tu in azione?”
“La vigilia di Natale, mentre stavo uscendo con mia mamma a portare i regali.”
“Com’è, dotato?”
“Una cosa impressionante. Ti dico solo che l’ho ribattezzato «Rino l’equino»” ride Paola.

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