domenica 8 dicembre 2019

Sabato 18 febbraio Il professor Zilio

Questo fine settimana i miei hanno invitato a cena il professor Zilio, insegnante di storia e filosofia, probabile candidato sindaco di Montebello alle prossime elezioni. Non molto alto, ma corpulento, si fa notare per la barba ottocentesca, e la deliberata lentezza con cui si muove. Ha una sola grande passione nella vita: sentire il suono della propria voce. Ispirato dal fatto che oggi è sabato, ci declama il Sabato del Villaggio di Leopardi. Non si accontenta di un verso, ma ce lo recita tutto, dall’inizio alla fine. Mio padre lo guarda con la tipica espressione della quaglia che si sta per addormentare.
Viene portato in tavola il dolce. Zilio lo guarda con antipatia e suggerisce a mia madre: “Senza nulla togliere alla Sua torta, forse è più opportuno mangiare il vassoio di paste che ho portato io, visto che diventano vecchie subito.” Mentre mia madre riporta mestamente la torta in cucina, lui ci informa: “Credo di avere salvato uno dei miei alunni.”
 “Davvero, professore?” gli chiede mia sorella Caterina.
“Sì” conferma lui, convinto. “Questo poveretto non riusciva a parlare da anni, a causa di un trauma psicologico. Avevo letto da qualche parte che in questi casi può servire un controshock, e allora durante una lezione gli ho gridato contro, senza motivo, poi l’ho sbattuto fuori dalla porta.”
Mia madre lo guarda impietrita.
“Beh, adesso parla come un libro stampato” annuncia Zilio soddisfatto, ingoiando una meringa mignon.

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